Busso alla porta di un pensionato per anziani e vengo introdotta in una sala, dove una decina di signore attendono la mia visita.
Porto la videocassetta del film "Vacanze romane" una gradevole storia d’amore, ma nessuna delle assistenti riesce a far funzionare il videoregistratore.
Che fare? Dopo il primo momento di delusione, decido di intervistare le vecchiette, animando la conversazione per stimolare la loro memoria.
Il mio sguardo cade su una signora di aspetto ancora giovanile e le chiedo la sua provenienza.
Mi risponde:"Io mi trovo qui dalla mia fanciullezza, subito dopo la morte dei miei genitori. Sono cresciuta in mezzo alle suore vincenziane, che mi fanno da mamma. Non avendo nessun parente , la mia famiglia è tutta qui; ci sono anche le vecchiette che mi vogliono bene. Ogni anno, le volontarie dell’Unitalsi, mi invitano a compiere con loro un pellegrinaggio, permettendomi per una settimana di uscire dal mio ambiente e trovarmi fra persone, che mi circondano di mille premure, ponendomi al centro dell’universo."
Lascio Teresa, ancora col sorriso sulle labbra, assaporando quel fatidico momento e mi avvicino a Dolores, una vecchietta di novantasette anni, dalla memoria ancora lucida. Riconosco in lei la nonna di un mio alunno: Massimiliano, che lei accompagnava tutti i giorni a scuola.
Dolores rievoca con nostalgia quel periodo, in cui fungeva da madre ai nipotini, nelle ore in cui, i genitori erano impegnati nel lavoro.
Ancora oggi mantiene un fisico agile, con degli occhietti vispi e attenti. Mi dice che Massimiliano ormai trentenne, risiede a Roma con la sua famiglia e che di tanto in tanto si ricorda della nonna con qualche telefonata.
Dolores non si stanca di parlare e mi racconta che vorrebbe ancora uscire, per fare delle lunghe passeggiate, ma glielo impediscono da quando ha vissuto un episodio preoccupante. Mi racconta:"Mi trovavo in un ufficio postale per riscuotere la pensione e all’uscita anziché imboccare la via del ritorno a casa, mi incamminai nel senso opposto. Camminando, camminando, finii al Poetto e nel vedere il mare, capii di aver sbagliato. Un signore gentile, nel vedermi confusa, mi venne incontro e molto amabilmente mi tranquillizzò e mi riaccompagnò a casa sana e salva. Ma da quel giorno, le uscite da sola mi vennero precluse ed io ora mi sento come un uccellino in gabbia."
Il suo sguardo si vela di tristezza e riprende a sferruzzare una sciarpa di lana per un bambino handicappato.
La mia attenzione cade su un’altra vecchietta, che alla mie domande sulla famiglia, con molto orgoglio mi parla di due figlie professoresse e di un figlio ufficiale. I figli le vogliono bene, ma per non lasciarla sola in casa, hanno creduto opportuno inserirla in questo pensionato, in cui ha trovato buona compagnia e protezione.
Racconta:"Di tanto in tanto vengono a trovarmi, specialmente nelle ricorrenze festive e mi portano a casa, in cui ritrovo le mie cose e i miei cari ricordi, dimenticando il presente e rivivendo nel passato, quando ero circondata dal mio sposo e dai miei figli. Mentre riapro le finestre per arieggiare l’appartamento, rivedo qualche persona del vicinato, che mi saluta affettuosamente. Purtroppo arriva presto l’ora di richiudere la porta, lasciandovi dentro la mia anima."
C’è ancora una signora, che se ne sta in un angolo, con lo sguardo fisso nel vuoto; tento di parlarle, ma non mi risponde.
Mi viene riferito che è sorda e smemorata. La guardo con tristezza e continuo a interessarmi ora all’una ora all’altra, sollecitandole a scrivere la loro storia, per non dimenticare la propria identità.
Alle ore 18, l’inserviente annuncia che la cena è pronta e la visita si conclude, promettendo quanto prima un altro incontro.
E’ triste vivere lontane dai propri cari, perché la loro presenza e la loro tenerezza, sono linfa vitale per l’esistenza dei vecchi.
Come dice la Bibbia:"Quando sei giovane vai dove vuoi, ma quando sei vecchio, vai dove gli altri ti portano."
Sono parole bellissime che mi danno un senso di impotenza. Oggi si corre così tanto da non rendersi conto di quante persone preziose si lasciano indietro. Quanto brucerà accorgersene, poi, quando è troppo tardi. Spero proprio di poter dare qualcosa anche io in futuro a queste splendide persone…
Grazie per l’emozione che mi ha dato.
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Grazie per avermi fatto ricordare la persona che ero e quella che avrei voluto essere, così diversa da quella che sono diventata. Un abbraccio. Beatrice
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ciao amica
sono alda anche io nonna 68 anni.
ho trovato nel pc la mia compagnia e il mio sguardo sul mondo.
ho una cagnetta labrador,faccio pet therapy,andiamo nelle case per anziani con lei e i pensionati sono felici di giocare con lei,di ricordare i loro amici a 4 zampe che hanno dovuto lasciare.
ciao nonnna rispondimi
baci
alda
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ciao cara
e’ bello parlare con te,dimmi cosa facevi un po’ di tempo fa.
io ho insegnato per tanti anni nella scuola elementare.
sono sempre in movimento,faccio sempre qualcosa per essere utile e vigile alla mia famiglia e la mia casa.
ciao e parlami di te se vuoi
un abbraccio
alda
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