La notte di San Silvestro

 Il telefono squilla e sento la voce  di mia figlia che mi invita al cenone di fine d’anno presso parenti.
All’ora stabilita, saliamo in macchina e ci avviamo nella zona del"Margine rosso", per raggiungere la villetta dei nostri parenti.

La strada è poco illuminata ma seguendo le indicazioni giungiamo sani e salvi a destinazione.
Dopo i convenevoli di rito ci ritroviamo in una saletta, dove è imbandita una lunga tavolata, che occupa tutta la lunghezza del tinello.

Vengo relegata nell’angolo estremo in uno spazio ristretto; a stento posso muovere il braccio destro mentre le ginocchia sono intrappolate fra le gambe del tavolo.

Di tanto in tanto sento una fitta  alle ginocchia, che cerco di massaggiare come posso. Guardo l’orologio e mi sembra che il tempo non passi mai.

Pertanto tutti i convitati ridono, scherzano e mangiano le pietanze caratteristiche di fine d’anno: tortellini in brodo, zampone e lenticchie , baccalà al peperone, frittelle e fritelline.

Anch’io mangio ma non vedo l’ora che tutto finisca.
La televisione trasmette il programma presentato da Mara Venier, allietato da tanti ospiti con musiche e canti.
Anche nella nostra saletta, Filippo, il padrone di casa, organizza il Karaoke e gli ospiti, uno alla volta si esibiscono in canzoni nostrane e straniere e poi in un coro generale.
Ad un certo punto mia figlia mi chiede se sto bene ed io  con le ginocchia che mi dolgono e i bruciori allo stomaco esibisco un largo sorriso per non guastare la festa.

Nonostante tutto, apprezzo la gentilezza di Pasquale, Maria e Filippo, che non fanno altro che riempirci di cortesie.
A fine cena, riesco ad uscire dalla trappola e nonostante cerchi
di sgranchire le gambe con movimenti finalmente liberi, mi sento indolenzita dalla testa ai piedi.
A mezzanotte si stappa la bottiglia di spumante e tutti brindiamo
all’anno che se ne va e al nuovo che viene.
Ci scambiamo gli auguri, inneggiando a quella pace tanto sospirata, ma sempre in bilico, che di tanto in tanto ci fa tremare le vene.
Purtroppo la mia generazione ha ancora vivo il ricordo della
seconda guerra mondiale, con i bombardamenti, che hanno distrutto la mia casa e la mia città.
Allo scoccare della mezzanotte, iniziano i fuochi artificiali
e tutti escono fuori a vedere lo spettacolo pirotecnico.
Io resto dentro a massaggiarmi le ginocchie e lo stomaco,
sempre con lo sguardo rivolto all’orologio.
Appena mia nipotina accusa sonno, ringrazio il Signore e peroro
la sua causa, anche se mio genero è nel più bello del divertimento.

 Si decide di rientrare dopo gli ultimi scambi di auguri e ringraziamenti.
Giunta finalmente a destinazione, trangugio  un sedativo contro i dolori vari e mi metto a letto augurandomi che il brutto esordio non influenzi il resto dell’anno.

9 commenti

  1. Dal momento che sono un’assidua frequentattrice di questo blog le lascio i miei saluti e le faccio i complimenti…i suoi post sono molto molto belli, ogni tanto passo di qui per leggere i suoi nuovi e poetici racconti!
    Buone feste Barbara

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  2. Dal momento che sono un’assidua frequentatrice di questo blog le lascio i miei saluti e le faccio i complimenti…i suoi post sono molto molto belli, ogni tanto passo di qui per leggere i suoi nuovi e poetici racconti!
    Buone feste Barbara

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  3. cara 80enne mi ha fatto sorridere il tuo racconto sulla tavolata di capodanno deve essere stata dura per te tutto questo, colgo l’occasione per inviarti tanti auguri di buon natale ,buon anno e tanti altri amici che ti scrivono ciao lella 53

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  4. Auguri di un sereno 2008!!! lei è una persona straordinaria…l’ho appena vista a festa italiana e ha un viso solare e un sorriso stupendo!! sarà dovuto anche dal fatto che vive nel posto ( a mio avviso) più bello del mondo!!!! io amo la sua isola, amo i suoi profumi, il suo mare la gente,il sole, le montagne…tutto!!!le mando un bacio grandissimo!!!
    Debora

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  5. Anch’io non vedevo l’ora di conoscerla (e mi sono collegato). L’ho vista a festa italiana e mi è stata simpatica da subito. Le auguro un felice 2008!! Continui così. E’ un esempio per tutti e soprattutto per noi giovani. Arrivederci da un isolano siciliano FABIO

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