Eri ancora un bambino
quando è venuta a mancarti
l’amore della mamma.
Hai sentito il bisogno
di esprimere in poesia
la tua sete d’amore.
Ti sei dedicato
anche alla recitazione,
con i tuoi amici ed amiche.
Amavi la vita
e ti piaceva stare con i giovani
anche da vecchio.
Chi ti conosceva
vedeva germogliare in te
la vocazione sacerdotale.
La guerra ti ha forgiato
come l’oro nel crogiuolo,
dandoti la tenacia
per superare le mille avversità.
Sfuggendo ai controlli politici,
hai ricevuto l’ordine sacerdotale,
la nomina a vescovo e a cardinale,
giungendo presto al soglio pontificio.
Il tuo sogno era quello
di liberare la tua terra
ed il mondo intero
dall’oppressione comunista
e dalla dittatura e ci sei riuscito
predicando la pace la libertà e la giustizia,
davanti agli uomini più potenti della terra.
Grazie Karol,mio grande amico,
avrai sempre la mia profonda devozione.
Ciao,
non sono mai stata “credente” di fede messa in mostra andando a messa, ma papa Karol mi è sempre piaciuto come persona, era diretto fino in ultimo. Nella sua malattia ci ha reso forti del suo credere, ci ha detto che fino in ultimo si è uomini, si è parte di questa umanità che trovi nel pronto soccorso, quando arrivi e ti aiutano a superare il momento in cui stai malissimo. Si è uomini anche quando credi che stia finendo e piangi, sperando che qui si lascia almeno qualche buon ricordo di te. A volte vorrei aver fede, ma forse è meglio vivere pensando che se agisci bene e non fai del male, o meglio fai tante piccole buone azioni tutti i giorni, va bene lo stesso. Mai come ora vorrei avere la serenità di essere credente e pensare che le poche (per fortuna!!!) cose che rimpiango di aver fatto, mi vengano “condonate”. Purtroppo ho a che fare con la mia coscienza che è meno buona di Lui.
Un grande bacio
Beba
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